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Amici della Montagna
Amici della Montagna
 
Valsugana
Pergine Valsugana - Borgo Valsugana - Valle dei Mocheni - Roncegno - Terme di Vetriolo - Strigno - Passo Manghen
  • Quando si pensa alle Dolomiti non si pensa alla Valsugana. In realtà la valle. di antiche origini glaciali, può essere considerata un limite estremo che separa i Monti Pallidi dagli altopiani di Lavarone e dei Sette Comuni. Viene convenzionalmente suddivisa in alta e bassa Valsugana ed è particolarmente famosa per le sorgenti termali.

 

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la Valsugana  
  • La Valsugana è il profondo e ampio solco vallivo percorso dal fiume Brenta, dalle sue origini nei pressi dei laghi di Caldonazzo e di Levico alla confluenza del Cismon, dopo Primolano. Si stende, con orientamento da ovest a est, tra la catena della Cima d'Asta e il sottogruppo porfirico del Gronlait-Fravort a settentrione e le cime che orlano l'altopiano di Asiago a meridione. Il torrente Fersina, che faceva parte del bacino del Brenta, ha subito una deviazione ed è ora un affluente dell'Adige. La presenza dei bacini lacustri di Caldonazzo e di Levico, oltre a influenzare fovorevolmente il clima della valle rendendolo più mite, rappresenta un indubbio richiamo. La valorizzazione delle acque curative di Vetriolo, Levico e Roncegno ha favorito l'affermazione di questa località come importanti stazioni del turismo termale.
   
Pergine Valsugana
  • La storia e l'esistenza stessa di Pergine Valsugana s'identificano con il castello in cima al colle del Tegazzo, dal quale si domina l'imbocco della valle del Fesina e una parte dell'alta Valsugana. A partire dal Medioevo Pergine fu centro minerario collegato con le gallerie d'estrazione della vicina valle dei Mocheni. La cittadina possiede uno dei più eleganti centri storici del Trentino, in cui si sono conservati aspetti del tessuto urbano rinascimentale. In questo contesto merita di essere percorsa la via Mayer, affiancata da palazzetti rinascimentali e interseccata da vicoli e stradette tipicamente medioevali. L'edificio più interessante di Pergine è la parrocchiale della Natività. Eretta in forme gotiche nella prima metà del '500, è affiancata da un bel campanile e mostra una facciata rifatta nell'800. Nell'inerno, a tre navate, sono conservate un prezioso pergamo marmoreo cinquecentesco e alcune lastre tombali della stessa epoca. Il castello domina mestosamente dall'alto (659 m.) il territorio del paese con la sua torre cilindrica e le due torri quadrate. Già esistente come fortificazione nel medioevo, fu trasformato in residenza alla fine del XV secolo. Bernardo Clesio, cui pervenne nel 1531, lo fece modificare ulteriormente rendendolo più confortevole. All'inizio del XX secolo, il castello venne radicalmente restaurato. All'interno è degno d'interesse, sotto il profilo architettonico, l'imponente pilastro ottagonale che sostiene un soffitto a volte nell'androne d'ingresso. Nella gotica sala delle udienze alcuni affreschi raffigurano stemmi di famiglie nobili. Attualmente è proprietà privata con ristorante e albergo, aperto stagionalmente e parzialmente visitabile. Una comoda e piacevole passeggiata di due pre a nord-ovest di Pergine consente di visitare quattro piccoli specchi lacustri situati in un gradevole contesto ambientale. Il primo è il lago di Costa, emanazione del secondo, il lago di Canzolino, lungo poco più di mezzo chilometro. A breve distanza segue il lago di Madrano. Il quarto, quello di Pudro, si estende su un'area di 13 ettari, comprende una torbiera in cui sopravvivono lembi di vegetazione originaria, ed un biotopo protetto. Un sentiero attrezzato per la visita consente di ammirare l'avifauna che lo popola e la grande varietà di fiori. Sempre da Pergine si sale all'altopiano di Pinè nella riserva naturale del Laghestel.
Levico
  • Un paradiso del benessere alle porte di Trento, nell'alta Valsugana; le terme di Levico, immerse in un parco di alberi bellissimi e monumentali, richiamano certe atmosfere mitteleuropee, specialmente nelle linee del Grand Hotel Imperial in stile liberty. Le acque curative, che provengono, attraverso canalizzazioni, da Vetriolo, sono di natura arsenicale- ferruginosa e sono adatte per le patologie ipertiroidee e le malattie nervose, del sangue e della pelle. Il nuovo palazzo delle Terme, sul viale Vittorio Emanuele, affianca l'albergo storico. Levico merita la sua reputazione di città giardino; altri due parchi - il Giardino pubblico e il parco Belvedere - offrono splendide viste sul lago. La chiesa del Redentore in stile neoromanico ottocentesco, sorge al centro della cittadina. Dell'antica costruzione preesistente resta soltanto l'isolato campanile risalente al XIV secolo. Salendo a piedi dall'abitato per circa mezz'ora, si raggiunge la chiesa di San Biagio (572 m.), circondata da una folta pineta; conserva importanti affreschi trecenteschi di derivazione veneta, in particolare padovana e veronese. A circa 1 km. dal centro cittadino, si stende il lago di Levico. Il bacino si presenta fortemente inciso nel boscoso paesaggio circostante. Una lingua di terra, larga appena 600 metri lo divide dal lago di Caldonazzo. Nella riva sudorientale un'area protetta preserva una zona in cui sopravvivono canneti, vegetazione acquatica e animali diventati rari in Trentino. A 1.5 km. da Levico Terme s'incontra l'abitato di Selva, da cui una passeggiata panoramica di 30 minuti conduce alle rovine di Castel Selva (626 m.). L'edificio, che fu una delle residenze di Bernardo Clesio, ospitò molti personaggi che parteciparono al Concilio di Trento. Caduto in rovina, nel '700 le sue pietre servirono a costruire molte abitazioni dei dintorni.
Borgo Valsugana
  • Borgo Valsugana è un grosso paese del fondovalle della Valsugana che si distende frai due anfiteatri di Scurelle e di Roncegno. L'abitato è attraversato dal Brenta e dominato dalla mole verticale del castello di Telvana. La barocca parrocchiale di Santa Maria risale alla seconda metà del '600. Nella nicchia della facciata, spicca una statua marmorea quattrocentesca della Madonna col Bambino, proveniente da Venezia. L'interno è arredato in un fastoso stile barocco, con altari riccamente decorati e una profusione di dipinti dal '500 al '700. Nei pressi, la gotica chiesa di San Rocco conserva all'interno affreschi raffiguranti storie del santo. Su un soleggiato sperone roccioso del monte che domina l'abitato si leva il castello di Telvana (559 m.), caratterizzato dall'agine e svettante torre alta 26 m, protetto da bastioni. Accanto al primo grande cortile quadrilatero si apre verso la valle un secondo recinto, opera del XVI secolo dovuta alla famiglia Welsperg. Il castello è proprietà privata. A sud dell'abitato si apre la verde val di Sella che ospitò lo statista Alcide De Gasperi.
Strigno
  • Posto in una piccola conca circondata da boschi, il paese di Strigno gode dei bei panorami sulle montagne che la dividono dall'Altopiano di Asiago. Il monumento più significativo è la seicentesca chiesa di Santa Maria di Loreto, un luogo caro alla popolazione che lo considera un santuario miracoloso. Percorrendo la val Campelle ci si addentra nel gruppo dei Lagorai lungo la strada che si collega alla valle del Vanoi, verso il Primiero. Castel Ivano sorge a circa 2 km. da Strigno su un'altura isolata fra Ivano e Fracena. Fu proprietà di numerose famiglie feudali, poi di Venezia e infine alla famiglia Wlkenstein, che lo detenne fino a pochi decenni fa. Caratterizzato da un'imponente mastio quadrangolare visibile da lontano, faceva parte di un secolare sistema di fortilizi posti a controllo della Valsugana. Il palazzo comitale presenta una bella loggia seicentesca ed è collegato con la torre attraverso un cammino di ronda. Attualmente è sede del Centro Culturale Castel Ivano Incontri che vi organizza prestigiose mostre d'arte contemporanea e convegni internazionali. Da Strigno la strada prosegue fino a Castel Tesino e da qui sale al passo del Brocon, porta di immissione nel Primiero e di confine fra i Lagorai e le Pale di San Martino.
La valle dei Mocheni
  • La valle dei Mocheni si allunga da Pergine Valsugana al monte Ruioch e con i suoi angoli di selvaggia bellezza è una delle più suggestive del Trentino. L'angusto fondovalle è percorso dal torrente Fersina, mentre i ripidissimi pendii ospitano borghi e casolari sparsi. E' abitata da una popolazione d'origine tedesca discendente dai minatori che qui si insediarono nel medioevo per lo sfruttamento delle miniere di piombo. I mocheni parlano tuttora un dialetto che riecheggia il tedesco e sono assai fieri della propria identità culturale. Il termine 'mocheni' deriva dal tedesco machen, il cui significato , 'fare', rivela la ragione dell'arrivo dei coloni in quest'angolo del Trentino. La salvaguardia della lingua e della cultura mochena è affidata all'Istituto Mocheno-Cimbro, che tutela anche la minoranza cimbra dell'altopiano di Luserna. L'economia della zona è basata sulla pastorizia e sull'allevamento, oltre che sul terreno. Centro principale è Palù del Fersina, situato nella parte alta della valle
   
 
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