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  © by Pietro Baldresca - Spinea (VE)
Amici della Montagna
Amici della Montagna
 
Alto Adige - Gruppo dello Stubai - Rifugio Gino Biasi al Bicchiere - Becherhütte
 
  • L'imponente bacino glaciale di Malavalle è il più vasto complesso glaciale dell' Alto Adige. Nel versante meridionale fanno da corona una superba serie di vette: Cima del Prete (3453) - Il Capro (3251) - la Croda Nera (3354) - Cima Libera (3419) - Il Pan Di Zucchero (3505)

 

 
 

dedicato a ......  
  • Avv. Gino Biasi Vice Presidente della Sezione CAI di Verona Capitano Degli Alpini caduto sul fronte russo il 30 agosto 1942 - Da questa data alla sua memoria fu intitolato il rifugio.
cenni storici ....  
  • Il Prof. Emil Prot del Club Alpino Austriaco nel 1981 ebbe l'idea di realizzare un rifugio sulla vetta del Bicchiere perchè dominasse il ghiacciaio e le vette circostanti. Nel 1893 si ottenne dall' Imperatore Francesco Giuseppe I° di poter intitolare il rifugio all'Imperatrice Elisabetta (Sissi) come ringraziamento per il suo amore per la natura e la montagna. Lei però a causa di un tragico destino non poté mai visitarlo.
  • Nell'autunno del 1893 i lavori iniziarono per opera del carpentiere di Vipiteno Johann Kelderer. Utilizzando i piani inclinati in parte o portati a spalle da Masseria alla cima del Bicchiere, superando un dislivello di 1800 mt. si trasportarono oltre 2500 quintali di materiale da costruzione. Alla fine l'ardita impresa fu portata a termine e nominata "la Casa dell'Imperatrice Elisabetta sul Bicchiere"- das Kaiserin Elisabeth-Haus auf dem Becher.
   
  • Nel cuore delle Alpi Breonie, gruppo dello Stubai, la parte di Alpi che va dalla Croda Nera al Brennero, una catena di cime oltre i 3000 m. avvolge l'imponente massa del ghiacciaio di Malavalle circa 10 Kmq. In mezzo a questa vastità di ghiaccio e neve si eleva la vertiginosa piramide di roccia del Bicchiere sulla cui cima a 3195 metri domina il rifugio Gino Biasi.
  • Per alpinisti esperti - salita 6 / 8 ore ... Dal termine della val Ridanna lungo il sentiero n. 9, per i rifugi Vedretta Piana e Vedretta Pendente, oltrepassato il lago di Malavalle, si prosegue per la lingua del ghiacciaio fino alle rocce del "Bicchiere", da dove il sentiero, munito di corde fisse, porta al rifugio.
   
PERSONALE DALL' ESCURSIONE AL BIASI DEL 12 AGOSTO 2003
(clicca le miniature per ingrandirle)
 
  • In questa pagina viene descritto il percorso dal Vedretta Pendente al Rifugio Biasi - Per la prima parte vedi la pagina da Masseria al Rifugio Vedretta Pendente
  • Dal Rifugio Vedretta Pendente 2586 m. si prosegue per il sentiero n. 9 verso ovet passando vicino ad un piccolo spiazzo per l'atterraggio dell'elicottero e si prosegue diritto alla base della Vedretta Pendente - Hangender Ferner.
  • Più avanti si arriva ad una diga artificiale per la produzione di energia elettrica per il rifugio Vedretta Pendente. Si attraversa la diga sopra una passerella di ferro per continuare sempre in salita fino ad arrivare ad un piccolo nevaio che bisogna oltrepassare, nessuna difficoltà.
  • Si sale ancora lungo una incavatura obliqua munita di corda metallica per arrivare ad un ampio spiazzo. Più avanti ancora su zona molto sassosa e continui saliscendi lungo le pendici della Croda della Capra - Geißwandspitze 2975 m.
  • Dall'alto si può ammirare il meravigioso laghetto Übeltalsee 2552 m. dalle acque gelide, scavato alla base del ghiacciaio dove si riversano le acque della Vedretta di Malavalle.
  • Proseguendo si arriva a un bivio dove un cartello di legno indica la direzione per proseguire, prestare molta attenzione per non prendere il vecchio sentiero ormai abbandonato (a me una volta è capitato) e si procede sempre in salita dove si trovano alcuni tratti aiutati da corde fisse e scalini in ferro.
  • Ancora avanti sempre in salita e più avanti si supera un corso d'acqua ed una passerella di ferro per salire lungo una rampa rocciosa obliqua protetta da corda fissa.
   
Ancora si supera una parte di roccia con gradini e corda in ferro e più avanti in salita verso destra si arriva ad un grande anfiteatro con un nevaio.

Bisogna attraversare questo nevaio per portarsi al lato opposto e a questo punto vi segnalo quanto segue: Per quanto rigurda l'attrezzatura da portare oltre al vestiario e un telo lenzuolo, servono i ramponi per attraversare un piccolo ghiacciaio prima di prendere la salite del Bicchiere. C'e' chi lo fa senza ramponi ma io consiglio sempre di averli, al limite se si e' in due persone un rampone a persona e' sempre meglio che niente. La salita del Bicchiere e' un poco dura e sembra non finire mai, ma una volta arrivati si dimentica tutto. Le parti esposte sono asicurate da corde fisse per attaccarsi, ma se si vuol essere piu' sicuri si può usare un imbrago magari di quelli semplici o made in self con due metri di corda e due moschettoni, attenti al nodo giusto. Per chi non ha i ramponi, se la giornata e' bella e la temperatura buona certamente il manto nevoso si molla e quindi lo scarpone affonda e si puo' anche fare. Poi ci sono anche tantissimi sossoni e rocce piantati nel ghiaccio che fanno da fermo e ti danno sicurezza. L'importante da ricordare è di guardare bene il segnale sulla roccia al lato opposto per avere una direzione giusta, un cerchio bianco con un punto rosso e poi si vede dove inizia il sentiero per la salita. Come riferimento ci sono anche i rigagnoli di acqua in senso orizzontale che ti aiutano e fanno da sentiero. Ripeto che tanti lo fanno senza ramponi, ma io consiglio sempre i ramponi, piu' piano e piu' cautela. La salita al Bicchiere non posso nasconderlo e' un poco dura ma c'e' l'entusiasmo che aiuta molto. Andate tranquilli.

Arrivati alla base dello sperone roccioso del Bicchiere - Becher, vedi segnale bianco - rosso si procede in salita per il percorso ben tracciato e segnalato. Durante la salita del Bicchiere si incontrano diversi passaggi, ma le parti più esposte e difficoltose sono sempre ben protette da corde fisse anche se è necessario prestare la massima concentrazione e attenzione.

A quota 3000 m. si incontra un bivio ben segnalato dove a sinistra si va verso il ghiacciaio ed il il Rifugio Cima Libera - MiffierliHütte 3148 m. si procede verso destra incontrando passaggi con gradini e cenge e vari tratti a serpentina che sembrano non finire mai (mia impressione). Non si bada alla fatica perchè si è troppo concentrati ed il panorama tutto intorno e veramente spettacolare che fa dimenticare ogni sforzo.

Finalmente si intravvede il rifugio che è raggiungibile con un ultimo sforzo dopo circa 3.30 - 4.00 ore dal Vedretta Pendente.

Il rifuguio è molto accogliente e la cucina è ottima. In una giornata serena è stupendo oservare il tramonto del sole e all'alba non bisogna mancare allo spettacolo del sorgere del sole ad est oltre le lontane Dolomiti,

Dal rifugio si domina tutto il ghiacciaio e le vette circostanti oltre i 3000 metri - Vedi foto panoramica.

Dal rifugio Biasi, per chi lo desidera, si può scendere dal lato nord del Bicchiere e arrivare al ghiacciaio e seguendo il tracciato in circa un'ora si puo raggiungere il rifugio Cima Libera - Müllerhütte. Il percorso nel ghiacciaio è abbastanza pianeggiante mentre il tratto finale sulle rocce per arrivare al rifugio è in salita. Dal rifugio Cima Libera è possibile ritornare a Masseria senza dover ritornare al Biasi ma per un tracciato nel ghiacciaio che porta al bivio a quota 3000 m.
   
   
   
 
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