Valle San Lucano - Rifugio Scarpa Gurekian - Col Dei Nai - Col di Luna
Ferrata Stella Alpina - Lastei di Agner - Torre Armena - Valle di Agordo
servizio a cura di Ugo Fiasconaro
Escursione effettuata il 7 - 8 settembre 2005
L'Agner è una straordinaria ed eccezionale elevazione che si erge imperiosa quasi come un antico obelisco. La sua parete nord di 1600 metri, che nelle Dolomiti non ha eguali, col suo enorme spigolo precipita vertiginosamente nella Valle di San Lucano. Grandi alpinisti si sono cimentati con questo inusitato appicco; la vetta dell'Agner fu raggiunta per la prima volta salendo dal versante di Voltago, da C. Tomè, M. Gnech e T.Dal Col il 18 agosto 1875.
L'escursione che qui di seguito viene descritta è proposta ad escursionisti esperti di ferrate e buona pratica di percorsi impegnativi. Si consiglia, data la bellezza dell'itinerario e l'impegno fisico, di realizzare questa salita in due giornate; necessari casco ed imbragatura completa, inoltre provvedersi di una scorta d'acqua poichè durante il percorso non c'è modo di rifornirsi.
L'accesso è per la Strada Provinciale che da Agordo porta nella Val Sarzana sino a Frassenè; nel centro dell'abitato parte la seggiovia aperta nel periodo estivo, che porta nei pressi del Rifugio Scarpa Gurekian m.1375, di proprietà della Sezione Agordina del C.A.I.. Qui il nostro sguardo è rapito dalla spettacolare visione dell'Agner e del suo contorno di cime, guglie e picchi che vanno dal Col Dei Nai al Col di Luna.
Monte Agner mt. 2872
RELAZIONE
l° Giorno:
Dal Rifugio Scarpa Gurekian per la Ferrata Stella Alpina - Bivacco Biasin - Vetta dell'Agner e rientro al Biasin per il pernottamento.
Tempo di percorrenza: ore 6 circa
Difficoltà:1° grado con qualche passaggio più impegnativo
Dislivello: 1124 m. di salita di cui 350 m. circa di ferrata Stella Alpina e 150 m. circa di attrezzato dal Biasin all'Agner.
Segnavia: n. 709 dallo Scarpa Gurekian all'innesto della Stella Alpina.Lasciato il Rifugio Scarpa Gurekian si segue per breve tratto il sentiero comune alle altre due salite all'Agner, segnavia 709, si procede in un ambiente di pastorale bellezza che prelude all'impatto col nostro severo itinerario. Ad un bivio indicazione per la Ferrata, quindi su sentierino ci si porta verso la muraglia sud-orientale dei Lastei di Agner. Poi sempre per buona traccia verso sinistra si giunge allo zoccolo di base dove inizia la Ferrata Stella Alpina; casco ed imbragatura e si attacca.
stambecchi
Presto ci si imbatte in alcuni folti ciuffi di Campanule Moretti bellissime, ma l'impegno del percorso ci richiama alla realtà; il cavo è ben teso e le difficoltà iniziano.
E' una delle ferrate più severe delle Dolomiti, il percorso è sempre molto impegnativo e verticale, il tracciato roccioso molto articolato impegna fisicamente.
Verso il termine un breve tratto più complicato per chi come lo scrivente non è molto alto, gli infissi che reggono la fune sono un po’ distanziati fra loro, non ci sono buoni appigli per i piedi e procedere comporta impegno atletico per superarlo.
Ma finalmente si giunge sull'immensa bancata dei Lastei d'Agner, qui termina la Stella Alpina, siamo sui 2300 m. circa.
Ora si procede con molta cautela lungo la traccia inclinata sulla destra, necessita molta attenzione perchè una distrazione potrebbe causare una situazione irreparabile per il salto che si presenta; particolare attenzione in qualche punto al pietrisco sul tracciato. Al termine di questo lungo tratto siamo ormai alla Forcella del Pizzon 2623 m. nei pressi del Bivacco Biasin al quale approdiamo con grande soddisfazione, ( ore 4 dallo Scarpa Gurekian ) qui un buon momento di riposo è veramente meritato.
Bivacco Biasin
Ci attende ancora l'ultima parte della prima frazione dell'escursione, quindi sempre muniti di casco e imbragatura si riprende il cammino non tralasciando di ammirare la bella Torre Armena 2652 m. vicina al Biasin.
Il tratto di ferrata che porta in vetta attacca sulla sinistra, quasi subito dopo il Bivacco; si procede per tratti abbastanza esposti, ci si inoltra sulla destra della parete, fra vertiginosi precipizi s'intravvede qualche scorcio della Valle di San Lucano. Si prosegue per tratti in libera e in ferrata, è quasi un continuo alternarsi, tutto abbastanza impegnativo ma non impossibile (lo grado) e finalmente si giunge in Cima al sospirato Agner. Qui si viene ripagati dallo sforzo fisico, il panorama è a 360° mozzafiato!
Ci sono tutte le Vette a noi amiche.... e di più. La grande croce a traliccio è collocata un po’ più giù per essere visibile dalla Valle di Agordo, c'è anche il contenitore con il libro di Vetta dove soddisfatti apponiamo il nostro ricordo. Quindi, domando a nostro piacere il tempo tiranno, è giusto godersi quell'ambiente che si dimostra ospitale; sarà veramente gratificante stendersi al sole e ad occhi chiusi assaporare quel magico momento.
Poi, con ancora negli occhi e nel cuore tutto ciò di cui abbiamo goduto, giunge il momento di levare le tende e pensare al rientro al Bivacco che avviene per il medesimo percorso, avendo sempre l'avvertenza di essere presenti a se stessi e molto prudenti (ore 1 circa).
Il Bivacco fu collocato nel 1965 dalla Sezione CAI di Agordo, in memoria di Giancarlo Biasin valente alpinista veronese; ha nove brandine. Da questo sito si scorge la bella zona prativa dove sorge il Rifugio Scarpa Gurekian, Frassenè e i Monti del Sole.
Dopo essersi finalmente alleggeriti dello zaino e preparata la branda per la notte, ci si dedica meritatamente ad una "lauta" cena.
Poi è bello indugiare ancora un pò appena sopra il Bivacco, una rientranza naturale nella roccia dà modo di sedersi al riparo dell'arietta che proviene dalla Valle; verso nord si ha una vista bellissima sulle lontane Pale di San Martino.
Croce di vetta
E' un momento di giusto riposo e di ripensamento per quello che si è goduto nella giornata. Giunge poi il momento di rifugiarsi nel Bivacco e far riposare le membra messe alla prova per l'impegno fisico.
2° Giorno:
Dal Bivacco Biasin per la Via normale discesa al Rifugio Scarpa Gurekian. Tempo di percorrenza: ore 3,30
Difficoltà: 1° grado
Dislivello: 900 m. circa.
La luce dell'alba riconsegna fortunatamente un'altra splendida giornata di sole; dopo aver provveduto alle solite incombenze mattutine, dato uno sguardo ed un ultimo saluto a quel sito, si riprende la via del ritorno.
Il percorso abbastanza lungo e ripido è segnalato in giallo; prestare sempre molta attenzione, specie quando s'incontrano degli sfasciumi; presso una cengetta incrociamo la via per il Canalone che tralasciamo. La discesa è sempre sensibile, molto articolata con un "repertorio" vario di passaggi su rocce e spigoli. Contorniamo il Becco d'Aquila che resta sulla sinistra, proseguendo giungiamo all'incrocio col sentiero naturalistico Miniussi, infine si supera quindi un ripido zoccolo.
Lasciato sulla sinistra il Col Colander ci si inserisce sul sentiero 768. Si attraversa la zona franosa della Val di Zoppei tenendosi quasi sotto roccia; poi breve tratto in bosco, quindi il percorso sempre ben segnalato finalmente si addolcisce; sul la sinistra c'è Malga Losch, e in bre-ve tratto si è al Rifugio, dove troviamo la consueta cordiale accoglienza dei Gestori.
(Escursione effettuata il 7/8 settembre 2005)
Tramonto su le Pale di San Martino
Immagini e testo a cura di Ugo FIASCONARO - Chirignago (Venezia) (Socio Sezione C.A.I. di Mestre)
( * Lo scrivente si ritiene sollevato da responsabilità nel caso di eventuali sopravvenuti cambiamenti ambientali del percorso.)