Spedizione sci- alpinistica al
 PIK LENIN  7134 m, Pamir, Kyrghyzstan

PERIODO:  4-22/07/2009

 

Dopo il Muztagh Ata nel 2008, cercavamo un altro obiettivo sciistico sui 7000 m, da fare nel periodo estivo. La scelta  è caduta  sul Pik Lenin, seconda vetta del Pamir (dopo il Pik Somoni in Tajikstan), che tra l’altro offre una splendida parete Nord, tutta sciabile se in buone condizioni.

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Il Pik Lenin è considerato un 7000 “facile” (a piedi e per la via normale), tuttavia si tratta sempre di una progressione su ghiacciaio e su cresta ad alta quota. Le insidie maggiori vengono dalla corretta valutazione delle condizioni (crepacci, pericolo di caduta di seracchi e valanghe) e dal tempo che può essere molto severo (freddo e vento forte).
Valgono poi le ovvie considerazioni sulla preparazione fisica e sull’acclimatamento adeguate ad affrontare un 7000 senza ossigeno.

Lo scopo della nostra missione è di “testare” il terreno per includere questa spedizione tra i programmi “standard” di Avalco Travel a partire dal 2010.

Si accede alla montagna con un lungo volo fino a Bishkek, capitale del Kyrghyzstan e poi un avventuroso volo interno ad Osh,  media città tipica dell’Asia Centrale, caotica e con  un mix incredibile di razze . Da qui in una giornata di pista polverosa si arriva al Campo Base situato a 3600 m di fronte al versant e nord della montagna.

Siamo saliti per la via normale  che raggiunge la cresta Ovest al campo 3 a circa 6200 m di quota.
Presenta difficoltà di tipo glaciale (seracchi, crepacci)  e la cresta di misto (fattibile con ramponi e bastoncini, piccozza utile solo per un breve tratto – detto “the knife” – di ca. 100 m a oltre 40°, esposto, che può essere in ghiaccio).
Dal CB al C1 si sale a piedi (senza neve), poi dal C1(4300 m)  alla vetta non abbiamo mai tolto gli sci (salvo il tratto del “knife”), e ciò grazie all’innevamento eccezionale.
Abbiamo posto il C2 a 5300 m ed il C3 sulla cresta Ovest.
L’arrivo in vetta è su un ampio falsopiano, non è facile reperire il culmine.
Dalla vetta panorama mozzafiato  a est verso il Tien-Shan (Pik Pobeda e Khan Tengri), il Kongur ed il Muztagh Ata nello Xinjiang, a sud e ovest verso le innumerevoli ed innominate vette del Pamir occidentale.

Le possibilità di salire e scendere con gli sci sono generalmente limitate al mese di luglio. Dopo, affiorano ampie zone di ghiaccio ed i crepacci sono  molto aperti. La cresta Ovest può essere spazzata da forti venti e spesso è sciabile solo a tratti (per poca neve, sassi, e ghiaccio).
Naturalmente l’interesse sciistico è soprattutto per la discesa della immensa parete Nord, che offre pendii da 45° a 30°.
Nel nostro caso (metà luglio 2009), dopo una settimana di intense nevicate, ci sono stati tre giorni di vento violento che ha reso la parete Nord decisamente pericolosa (accumuli e possibili lastroni di neve), per cui vi abbiamo rinunciato. Siamo pertanto saliti e scesi con gli sci dalla cresta Ovest (quasi tutta sciabile grazie all’abbondante innevamento).

Come logistica ci siamo affidati, tramite Avalco Travel (www.avalcotravel.com) , ad un’agenzia locale che offre i servizi di trasporto fino al C1 e tende e pasti allo stesso C1, che viene pertanto utilizzato come Campo Base Avanzato (ABC).
La  nostra spedizione era autonoma oltre il C1. Pertanto occorre portare materiale da bivacco e da cucina, oltre al cibo per i campi alti ed ovviamente le attrezzature per la progressione e la sicurezza.

Relazione tecnica dettagliata, photo gallery, e report sui materiali testati possono essere scaricati da: www.avalcotravel.com.