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DOLOMITI DI BRENTA
Escursioni del 2, 3, 4 e 5 Settembre 2005 - con Marco e Giorgio
 
Servizio e immagini di: Enrico Nascimben - Treviso - CAI Sezione di Spresiano
 

 
 

 
 

..l'attacco delle "Bocchette Centrali"

..l'attacco delle "Bocchette Centrali"
Ogni appassionato di alpinismo e ferrate conosce bene la notorietà della quale godono le Dolomiti di Brenta: selvaggia bellezza, maestosi scenari di roccia e vie ottimamente attrezzate.
L’itinerario di seguito descritto consente di concatenare in modo logico ed entusiasmante la celeberrima “Via delle Bocchette” da N a S, da Madonna di Campiglio a Pinzolo.

Il primo giorno, lasciata l’auto a Passo Campo Carlo Magno, con l’impianto di risalita del Grostè, si arriva al Rif. Stoppani.
S’intraprende da qui il Sentiero Benini: in leggera risalita su facili lastroni di pietra liscia si raggiungono in breve le prime funi metalliche.
Queste, perfettamente collocate in tutti i passaggi più ripidi ed esposti, consentono di attraversare agevolmente cenge ghiaiose e rocciose.
Procedendo così in uno scenario favoloso ed impressionante, quasi senza accorgersene, si arriva all’apice del percorso (2910 m. circa).
La via scende quindi su di un’ampia terrazza rocciosa poco oltre la quale si intravede la meta della prima giornata: il Rif. Tuckett.
Da questo punto è possibile scendere seguendo il sentiero Bruno Dallagiacoma che aggira verso dx il Castelletto Superiore e che, in breve, su salti di roccia e gradoni attrezzati, ci porta direttamente al rifugio (tempo di percorrenza del sentiero Benini circa 4 ore).

Il giorno successivo vi sono due possibili varianti: il sentiero SOSAT oppure la Via delle Bocchette Alte (per la descrizione degli itinerari vedere la relazione del Luglio 2003).
In entrambi i casi il punto d’arrivo rimane lo stesso il Rif. Alimonta.
   
Terza giornata: dal Rif. Alimonta si risale senza particolari difficoltà la Vedretta dei Sfulmini (ca. 30-40 min.) raggiungendo così la Bocca degli Armi (2749 m.).
Qui una targa sulla roccia indica l’inizio della Via delle Bocchette Centrali.
Una serie di scale metalliche consente il superamento del primo salto roccioso.
Agli occhi dell’escursionista si presenta subito la caratteristica peculiare di questa via: un susseguirsi di anguste cenge che costeggiano il vuoto e che in alcuni punti risultano particolarmente strette, ed esposte su baratri impressionanti.
Immersi così in uno scenario dolomitico indescrivibile, si procede con modesti dislivelli e difficoltà tecniche sino ad incontrare con lo sguardo lo spettacolare Campanile Basso (2877 m.).
E’ facile individuare allora le cordate di alpinisti che tentano di conquistarlo lungo le sue numerose e celebri vie di roccia.
In discesa la via aggira il Campanile Basso ed attraverso una buia gola ed un passaggio più difficile, ripropone una nuova cengia sporgente che incide la parete Ovest della cima Brenta Alta (2962 m.).
Funi metalliche continue e scalette conducono rapidamente sino alla Bocca di Brenta (2552 m.) immediatamente al di là della quale si trova il Rif. Pedrotti (tempo di percorrenza delle Bocchette Centrali circa 2,5 ore).
   
...Crozzon di Brenta...

...Crozzon di Brenta...
Nei pressi del rifugio ha inizio la seconda parte dell’itinerario: il Sentiero Brentari.
Esso, aggirando una vasta conca ghiaiosa ci conduce in continua ed “inesorabile” salita (non difficile ma un po’ faticosa) in direzione di Cima Tosa.
Abbandonate le evidenti tracce di sentiero che (verso dx) conducono in vetta, si prosegue verso sx sino ad incontrare un piccolo ponte sospeso fatto con assi di legno: esso dà il via alle attrezzature metalliche.
Anche il sentiero Brentari attraversa continue cenge detritiche sino a giungere in prossimità di un salto roccioso di un centinaio di metri di dislivello.
Questa parte viene superata dapprima con l’ausilio di lunghe scale metalliche ed infine sulla roccia ripida con fune metallica ben tesa.
La ferrata termina direttamente sul margine della Vedretta d’Ambiez (al momento della stesura di tale relazione, la parte terminale del cavo era immersa nel ghiaccio).

Sulla vedretta si intraprende la terza ed ultima parte della giornata escursionistica: il Sentiero dell’Ideale.
L’attraversamento della vedretta richiede cautela e l’uso dei ramponi, inoltre, a seconda della stagione e dello stato del firn anche la piccozza può risultare di aiuto.
All’uscita della vedretta stessa si deve superare un contrafforte roccioso attrezzato che conduce direttamente alla Bocca d’Ambiez (2871 m.).
Si procede quindi scendendo su sentierino parzialmente attrezzato sino ad incontrare la Vedretta dei Camosci, anche questa da superare coadiuvati dai ramponi.
Si risale un breve pendio detritico giungendo così alla Bocca dei Camosci (2784 m.)
Da questo privilegiato punto d’osservazione si vede chiaramente la meta finale della giornata: il Rif. XII Apostoli.
Costeggiando su sentiero alto la Vedretta d’Agola, in breve (circa 30 min.) si raggiunge il rifugio stesso.
   
Quest’ultima parte dell’escursione presenta caratteristiche di tipo alpinistico poiché prevede, come detto, l’attraversamento di brevi circhi glaciali e così risulta essere maggiormente selettiva nei confronti dell’appassionato di vie ferrate.

Sono proprio queste note a rendere ancora più affascinante ed unico nel suo genere il sentiero dell’Ideale (tempo di percorrenza del sentiero Brentari e del sentiero dell’Ideale 4-5 ore).

Quarta ed ultima giornata: dopo avere pernottato al Rif. XII Apostoli si segue il sentiero 307 che conduce a valle in direzione di Pinzolo.
Dapprima esso scende rapidamente e un po’ faticosamente su gradoni rocciosi e quindi, dopo aver attraversato il folto dei mughi, conduce nel bosco sino al Pra Rodont ove è situata la stazione di arrivo della telecabina di Pinzolo (circa 3 h).
Con l’impianto sino al paese e quindi usufruendo del servizio di autobus si ritorna al parcheggio di Passo Campo Carlo Magno.

Coinvolgente ed entusiasmante, la Via delle Bocchette è senza dubbio un tracciato senza eguali, inserito in una cornice paesaggistica da sogno.
La sua fama si spinge ben oltre i confini regionali e nazionali e, soprattutto nei classici mesi estivi, la rete di sentieri risulta affollata di appassionati.
Il mese di Settembre consente invece di goderne le aspre bellezze con maggiore tranquillità, immersi nel silenzio e nella solitudine delle grandi vette.

di Enrico Nascimben


   
 
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