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Amici della Montagna
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Archeologia e Montagna
Età del Rame
 
Sezione curata da Gaia Pignocchi di Ancona
 
Itinerari, escursioni, musei, aree archeologiche e reperti significativi per guidarvi alla scoperta dei percorsi storici di queste bellissime montagne.
Guerrieri, commercianti e pastori
 

 
 

 
 

L’età del rame (3500 - 2300 a.C.)
 
Il luogo di ritrovamento dell'Uomo venuto dal ghiaccio

Il luogo di ritrovamento dell'Uomo venuto dal ghiaccio
con il Similaun sullo sfondo
(c) Museo Archeologico dell'Alto Adige - foto Marco Sam
 
L’età del Rame (o Eneolitico), periodo successivo al Neolitico, è caratterizzato da un’altra fondamentale innovazione, la metallurgia, con lo sviluppo della lavorazione del rame, metallo che si trova puro in giacimenti diffusi soprattutto lungo l’arco alpino, con il quale, attraverso la fusione, sono realizzati nuovi attrezzi e soprattutto armi.

L’estrazione dei minerali di rame e la lavorazione del metallo comporta la nascita di artigiani specializzati
e di nuove figure professionali all’interno dei villaggi con conseguente divisione del lavoro, mentre la richiesta degli oggetti in metallo, considerati beni di prestigio, favorisce lo sviluppo del commercio e le relazioni tra le varie comunità.

La produzione di armi (pugnali e asce) indica anche l’insorgere di antagonismi tra le popolazioni, provocati dall’aumento dei beni da salvaguardare (materie prime, pascoli, animali) e dalla crescita del potere economico di alcune persone all’interno delle società.

Il pugnale e l’ascia di rame rappresentano, oltre che oggetti polifunzionali, anche degli status symbol per le persone che li possiedono, capi e guerrieri.

Si formano nuovi gruppi sociali, in particolare i guerrieri,
personaggi eminenti che hanno il potere delle armi e che difendono i propri villaggi ed i propri beni, con conseguente trasformazione delle società in senso gerarchico.

L’utilizzo e la lavorazione del rame non si diffonde contemporaneamente in ogni regione e molte comunità continuano la lavorazione della selce e delle pietre levigate che divengono anch’esse importanti merci di scambio.
 
Innovazioni tecniche si hanno anche nell’agricoltura con l’introduzione dell’aratro a trazione animale che migliora notevolmente il lavoro nei campi.

L’addomesticazione del cavallo, avvenuta in questo periodo, contribuisce a facilitare lo spostamento a lungo raggio, anche se limitatamente a poche persone di rango elevato.

Le società eneolitiche sviluppano il culto dei morti con nuovi e complessi rituali e pratiche funerarie e creano all’esterno di molti insediamenti aree adibite esclusivamente alle sepolture e alle cerimonie (necropoli e aree di culto).

In Alto Adige l’età del Rame ha un testimone d’eccezione, l’Uomo del Similaun (Otzi), la mummia rinvenuta nel 1991 a 3210 m di quota al Giogo di Tisa (Hauslabjoch), in Val Senales, vissuto intorno al 3300 a.C., che ha contribuito a definire meglio tanti aspetti della vita dell’uomo in questo periodo della preistoria.

L’ascia di rame puro presente tra gli oggetti del suo equipaggiamento ha inoltre permesso di datare con precisione l’inizio dell’età del Rame in Italia.

Il ritrovamento di Otzi lungo un probabile percorso di transumanza nei pressi di un valico alpino dimostra il rinnovato interesse dell’uomo preistorico per l’ambiente montano per motivi di ordine economico dovuti all’utilizzo dei pascoli d’altura, alle attività di caccia e alla ricerca mineraria.

Nella Valle Isarco le prime tracce di scorie di fusione del minerale di rame sono state rinvenute nell’importante area archeologica di Velturno (metà del III millennio a.C.).

La presenza delle statue-stele e dei complessi megalitici è un altro aspetto tipico dell’età del Rame in Alto Adige. Il megalitismo è il fenomeno che vede in alcune aree d’Europa la costruzione dei primi monumenti in pietra, contemporanei alle prime piramidi egizie, luoghi di culto e di sepoltura.

Un complesso megalitico di grande interesse è quello di Velturno-Tanzgasse (Archeoparc), una vasta area di culto con circoli di pietre e tumuli dove si svolgevano cerimonie e venivano fatte offerte ai morti.

Le statue stele antropomorfe rinvenute in Alto Adige sono lastre di pietra (menhirs) decorate che rappresentano in forma schematica la figura umana, sia maschile che femminile, con oggetti ornamentali, elementi dell’abbigliamento e armi (pugnali, asce, arco con frecce) che ne identificano il ruolo sociale e simbolico ed erano oggetto di rispetto e devozione.

Le statue menhir dell’Alto Adige provengono da rinvenimenti casuali in località diverse della Val d’Adige (Termeno), della Valle Isarco (Renon-Santa Verena, Bressanone-Tecelinga/Tötschling, Velturno/Feldthurns, Laion/Lajen e Fiè allo Sciliar/Völs) e della Val Venosta (Lagundo/Algund, Laces/Latsch, Corzes/Kortsch).
Sono state rinvenute lungo le principali vallate che erano anche vie di traffico di grande importanza commerciale, soprattutto con lo svilupparsi della metallurgia e dello scambio di materie prime e di oggetti finiti e il ritrovamento di stele all’interno del complesso megalitico di Velturno ha permesso di accertare la loro collocazione originaria in aree funerarie e importanti luoghi di culto.

Gli insediamenti eneolitici sorgono anch’essi lungo le valli principali su terrazzamenti favorevoli alle pratiche agricole e all’allevamento, alcuni in posizioni di altura più o meno protette.
 
Il Museo Archeologico dell'Alto Adige a Bolzano

Il Museo Archeologico dell'Alto Adige a Bolzano
© Museo Archeologico dell'Alto Adige
Musei

Museo Archeologico dell’Alto Adige
Via Museo 43, 39100 Bolzano
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Museum Ladin Ciastel de Tor
Via Tor 65, 39030 San Martino in Badia
http://www.museumladin.it/archeologia/sotciastel-it.htm
 
Si ringrazia per la cortese collaborazione il Museo Archeologico dell’Alto Adige e il dott. Umberto Tecchiati dell’Ufficio Beni Archeologici della Provincia Autonoma di Bolzano
 
 
Indirizzi di questo sito: www.altemontagne.it www.altemontagne.com www.altemontagne.net
   
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